Una serata carica di energia, di proposte, di sorrisi e di concretezza.
Si è chiusa in bellezza la stagione 2022/2023 di Fate le brave. Come prevenire la violenza di genere educazione e autonomia finanziaria», realizzato da Il Cantiere delle Donne APS in collaborazione l’Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto.
Fate le Brave”, è arrivato al gran finale raccogliendo un grande consenso con una partecipazione che ha sfiorato le 1400 presenze (in presenza e online).
La serata conclusiva si è tenuta giovedì 8 giugno al Golf della Montecchia di Selvazzano Dentro, moderata da Micaela Faggiani, Presidente de Il Cantiere delle Donne e si è aperta con l’intervento del presidente dell’Ordine delle Psicologhe e Psicologi Luca Pezzullo.
Il focus dell’evento è stato il dialogo fra l’ospite d’onore, l’imprenditrice e fondatrice di Lifeed, Riccarda Zezza autrice del libro “Core Business. Per una nuova storia d’amore tra persone e lavoro” e Alessandra Tognazzo, docente di Family Business e Organizzazione Aziendale – Dipartimento di Economia dell’Università di Padova.
Un dialogo che ha rappresentato appieno lo spirito di questo percorso di educazione psicologico-finanziaria per il contrasto della violenza di genere intrapreso per diffondere una cultura di parità di genere.
Come riporta anche nel suo ultimo libro Riccarda Zezza “Cuore Business”: “possiamo riumanizzare e trovare motivi per rimetterci il cuore, possiamo addirittura amare quel che facciamo? Possiamo riscoprire la passione per il lavoro in un modo che valorizza il nostro io e non compromette, anzi, amplifica, il nostro benessere spirituale e fisico?”
«Il lavoro è il nostro modo per prenderci cura del mondo – ha commentato Riccarda Zezza -. Quando facciamo impresa arricchiamo il mondo e la società perché l’atto di prendersi cura è una grande capacità delle donne. Le donne non hanno una marcia in più ma una marcia diversa. Il punto di vista femminile serve alla società e non solo alla “società” femminile, ma a tutti. La capacità delle donne di prendersi cura deve essere uno strumento da utilizzare a 360°, nell’ambito del lavoro e in quello economico. Questo darebbe anche molto sostenibilità all’impresa umana. Purtroppo i decisori spesso sono miopi. Finora l’”onda rosa” è sempre stata percepita come una minaccia, nel business dobbiamo metterci il cuore, deve esserci un sentimento. Se ci fosse questa capacità di cura, ci sarebbero meno situazioni difficili e porterebbe ad una società più calma meno aggressiva.»
«L’educazione finanziaria è importante – spiega Alessandra Tognazzo, docente di Family Business e Organizzazione Aziendale al Dipartimento di Economia dell’Università di Padova -, perché ci può fornire strumenti utili anche per prevenire alcuni casi di violenza economica. Ho osservato che ci sono dei casi in cui il capitalismo può manifestarsi con una modalità di controllo soprattutto verso il genere femminile che porta a subire aggressività: dallo stalking fino ad arrivare al femminicidio. Acquisire nuove competenze tecniche, sviluppare una propria autonomia nella gestione della parte finanziaria anche all’interno della famiglia e riuscire a creare dei percorsi di carriera all’interno del modo del lavoro, essere riconosciute per quello che si fa è importante nella prevenzione di molti fenomeni anche pericolosi.»
Nel corso della serata è intervenuta anche l’assessore Regionale all’Istruzione, alla Formazione, al Lavoro e alle Pari Opportunità Elena Donazzan.
«Le donne sono capaci di ripensarsi profondamente senza mai perdere l’obiettivo all’orizzonte- ha commentato l’assessore Elena Donazzan -. Io ne ho avuto la consapevolezza. Io non sono “nata” così, non avevo questo tipo di sensibilità, ovvero, in politica non ho mai pensato di dover fare delle cose rilevanti per il mondo al femminile perché ero convinta che la meritocrazia avrebbe salvato il mondo. Non è così. Abbiamo bisogno di alleanze, di relazioni, di condivisioni. Il Cantiere delle Donne mi ha aperto gli occhi e lo ringrazio. Secondariamente molte delle idee progetto. Per trasformare un’idea in un progetto devi avere lo stesso ritmo, suonare lo stesso spartito, voci diverse che concorrono ad un’unica armonia. Questo tipo di progettualità è diventata arricchente per la Regione del Veneto, il Cantiere delle donne è stato rilevante in questa declinazione ed è per questo, da assessore regionale io mi sento una del Il cantiere delle Donne».
Un percorso di “Fate le Brave” iniziato il 6 ottobre 2022 e coordinato da Roberta Sgreva, consulente finanziaria, si è concluso a maggio di quest’anno articolato in 8 incontri tematici che si sono svolti in presenza e online e seguito da quasi 1400 partecipanti che hanno affrontato e spiegato i principali aspetti della gestione economica personale, lavorativa e familiare delle donne. Complessivamente 22 le relatrici e (anche un relatore) di queste “lezioni”: professioniste, avvocate, commercialiste, notaie, psicologhe, giornaliste, rappresentati di associazioni e della Camera di Commercio, esperte in politica di pari opportunità, di imprenditoria femminile e consulenza finanziaria.
Si deve parlare anche di violenza economica sulle donne? Questo è stato il punto di partenza di questo progetto. Non poter gestire in autonomia le proprie finanze mette la donna in una condizione di dipendenza economica ma anche emotiva e psicologica. Perché le forme di violenza sulle donne sono purtroppo molteplici: oltre alla violenza fisica, esiste la violenza psicologica, sessuale, lo stalking, ma anche la cosiddetta violenza economica che nasce dalla “sudditanza” finanziaria. Non avere un reddito proprio è, infatti, uno dei fattori che può contribuire al sorgere e al persistere di una situazione di violenza a tutti gli effetti. Un lavoro e uno stipendio in grado di garantire l’indipendenza economica rappresenta quindi, concretamente, la libertà e la possibilità di fuggire da partner violenti.
«Questo percorso ha lasciato molta energia per il futuro – ha commentato Micaela Faggiani, Presidente de Il Cantiere delle donne -. Fate le Brave assumerà ora due nuove declinazioni: Fate le Brave a scuola e Fate le Brave nelle aziende. E sono rimasti i feedback delle donne, ci sono arrivate anche molte mail per chiederci aiuto. Per citare un caso, dopo il corso una signora che si è trovata in una situazione di sovraindebitamento, dopo aver ha appreso ed essere venuta a conoscenza degli strumenti per poterne uscire e ci ha chiesto supporto per capire come procedere e utilizzare questo strumento. Siamo state utili, abbiamo fatto informazione, fornito strumenti di difesa dalla violenza economica per tutelarsi ed essere libere».
E così gli incontri hanno toccato temi quali la consapevolezza finanziaria, la disparità salariale, la costituzione di una propria attività alla previdenza, come costruire la sostenibilità economica nella terza età delle donne.
«In ogni progetto dobbiamo dotarci di una strategia chiara e precisa – ha aggiunto Roberta Sgreva, consulente finanziaria – perché nulla accade per caso. Come posso costruire tecnicamente la mia autonomia finanziaria partendo da zero? Ci vuole un metodo che passa attraverso due fasi. Nella prima è fondamentale una pianificazione; visualizzare il proprio futuro, ragionare in prospettiva, valutare gli elementi positivi ma anche i rischi. Nella seconda, creare progetti separati, tra questi definirli e cercare di raggiungere gli obiettivi in un orizzonte di tempo prestabilito.»
Il successo di Fate le brave
Ma Fate le Brave in questi mesi ha suscitato interesse nel Veneto e fuori regione. Una decina le partecipazioni del gruppo di relatrici (a turno) ad incontri e convegni anche fuori dal Veneto. Il progetto è stato presentato nelle scuole e al Festival dello Sviluppo Sostenibile di Taranto nell’ambito della parità di genere nell’uso consapevole del denaro e della violenza economica in particolare contro le donne in condizione di fragilità.
«C’era un grande sommerso da far emergere – ha sottolineato Federica Sandi – Segretario e Consigliera dell’Ordine delle Psicologhe e Psicologi – poca consapevolezza da parte delle donne e degli uomini che anche nella sfera finanziaria si possa nascondere una violenza, un pericolo. Grazie a questo percorso e alla collaborazione di tante professioniste è emersa la necessità di lavorare, di pensarci e di mettere in primo piano l’autonomia individuale nel lavoro e nella finanza. Sarebbe importante che passasse un messaggio, ovvero evitare di delegare, che non significa fare da sole, anzi è bene condividere, ma mai mettere nelle mani di qualcuno le tue scelte, “fare al posto tuo” e senza sapere cosa faccia”».